Non solo “strumento di lavoro”. Il mouse entra in scena anche come fedele ed insostituibile “alleato” per tutti gli amanti di videogiochi che trascorrono ore al computer, “presi e compresi” da una partita senza “esclusioni di colpi”. Il mouse da gioco, però, è ben diverso da quello tradizionale, sia dal punto di vista delle funzionalità che della tecnologia, una tecnologia, in particolare, dalle prestazioni qualitativamente superiori, che se eccessive in presenza di un utilizzo normale del pc, fanno invece la differenza quando si parla di gaming: precisione, velocità, ripetizione ravvicinata dei comandi, sanciscono difatti la vittoria, o, al contrario, la sconfitta, nell’ambito della partita di turno, ponendosi dunque come fattori di tutto rispetto ai fini di una scelta ponderata e coscienziosa. Alcune caratteristiche, poi, si riscontrano esclusivamente nei modelli di alto livello, progettati per coloro i quali sono alla ricerca della perfezione e desiderano l’ottimizzazione per ogni dettaglio.
Non è tuttavia agevole individuare quello che è il “migliore” mouse da gioco, intervenendo, nella scelta, valutazioni prettamente soggettive, date dalle abitudini o dallo stile di gioco, a titolo esemplificativo, ma anche dalla tipologia di gioco di riferimento. Come procedere, dunque? Come veicolare il proprio acquisto? Ce ne occupiamo qui di seguito, prima con l’indicazione di alcune “dritte”, e poi con la segnalazione di specifici criteri-base, imprescindibili in sede di acquisto.
Mouse da gioco: linee-guida per la scelta
Al momento della scelta di un mouse da gioco una prima considerazione riguarda il peso, in quanto un modello troppo pesante potrebbe stancare la mano, specie nel caso di lunghe sessioni con giochi di strategia ad alta velocità. Fattore, quello del peso, che “richiama” il comfort, e dunque l’ergonomia, importante per evitare inutili stress a dita e polso, ma non necessariamente “incidente” sul livello di comodità: alcuni mouse, difatti, sono da adoperare “a palmo disteso”, mentre altri prevedono una posizione della mano più “ad artiglio”, come vedremo nel dettaglio di qui a breve.
Anche la funzionalità, ovviamente, è rilevante, così come la sensibilità DPI e la velocità di accelerazione. Questi ed altri imprescindibili parametri di riferimento – da tener presente per veicolare in maniera giusta e consapevole il proprio acquisto – saranno analizzati, singolarmente, nei paragrafi che seguono.
Il primo parametro di riferimento: precisione e sensibilità
La ricerca di un buon mouse da gioco risponde a precise e specifiche necessità, tra cui la principale concerne il controllo del puntatore, specie la precisione di risposta ai comandi, e in presenza di giocatori maggiormente esperti, le varie possibilità disponibili per mutare la sensibilità durante il gioco stesso.
In base alla tipologia di gioco di riferimento, può essere più importante controllare in toto i movimenti del puntatore, oppure, al contrario, privilegiare la velocità di spostamento e non la precisione.
Il criterio-base della sensibilità vede come necessarie da considerare ben 4 caratteristiche: i DPI (dots per inch) del sensore, le impostazioni di sensibilità del sensore, l’accelerazione del cursore, ed il tipo di sensore.
DPI
I DPI (dots per inch, o punti per pollice, dove 1 pollice= 2.54cm), rappresentano la misura inerente alla velocità del cursore sullo schermo e alla precisione con cui consente di selezionare oggetti sul monitor. La misura, cioè, di quanto si sposta il cursore (in termini di punti) sullo schermo per ogni specifica lunghezza di movimento del mouse.
Si fa riferimento, in altri termini, alla sensibilità del mouse: più alto sarà il numero di DPI, più alta sarà la sua sensibilità, cioè il movimento del cursore a parità di movimento della mano. Per chiarire il concetto, può essere utile un esempio. Se si muove il proprio mouse a destra di 3 cm, il cursore si muoverà anch’esso a destra di un poco; se si alzassero i DPI del mouse – in presenza, ad esempio, di un selettore fisico o software – nel momento in cui il mouse si muoverà di 3 cm, il cursore si sposterà molto di più sullo schermo rispetto a prima. Ha cioè “fatto più strada” a parità di movimento della mano.
Molti mouse da gioco – quelli di ottima qualità – hanno valori notevoli in termini di DPI, configurabili a seconda dell’uso che si fa del mouse: come è facilmente intuibile, per lavorare quotidianamente non è necessario disporre di un mouse di elevata precisione, cosa che invece è indispensabile quando si gioca.
Ed inoltre, a seconda della tipologia di gioco e della velocità dell’azione, sarà preferibile un numero di DPI diverso, talora elevato, talora più basso (ad esempio, se si ha necessità di “puntare” con la massima precisione, come nei FPS – First Person Shooter – si trae maggiore vantaggio da un alto numero di DPI).
Ciò meglio spiega quanto i DPI siano di fondamentale importanza per un gamer, e quanto, di conseguenza, abbia un ruolo di tutto rispetto la scelta dei propri “DPI ottimali”, perché il proprio sia un gioco efficace. Un mouse settato a 16000 DPI è forse eccessivamente sensibile per la maggior parte dei giocatori – che, si sottolinea, non va generalmente oltre i 5000 – poiché basterebbe muovere il mouse stesso di pochi centimetri per spostare il cursore sul monitor da una parte all’altra dello schermo. Se al contrario, si ha la sensazione che il proprio mouse sia troppo lento, “obbligando” a muovere troppo la mano, allora sarà il caso di aumentare i propri DPI ai fini di un risparmio di tempo e fatica. Si tratta, ad ogni modo, di preferenze personali, e dunque di scelte del tutto soggettive: alcuni giocatori preferiscono una sensibilità superiore, altri una inferiore.
Concludiamo la trattazione di questo punto sottolineando che alcuni produttori di mouse preferiscono adoperare l’unità di misura CPI (“counts per inch“, conteggi per pollice), analoghi dal punto di vista logico ai DPI.
Impostazioni di sensibilità
La sensibilità costituisce la capacità del sensore integrato del mouse di individuare il movimento. Un sensore qualitativamente elevato può rilevare – velocemente – anche il minimo spostamento, e se di alta sensibilità – misurata, come appena evidenziato, in DPI – il mouse può eseguire spostamenti del cursore senza “muoversi” troppo sulla scrivania.
Discorso analogo va fatto per il mouse da gioco, e dunque quando si tratta di videogiochi, ove non sempre è necessaria la velocità, anzi, spesso, più che azioni rapide contano azioni precise. E ciò spiega il motivo per il quale un buon prodotto di questa tipologia dovrebbe sempre prevedere la possibilità di cambiare la sensibilità del sensore “al volo”, associando il cambio delle impostazioni ad uno dei tasti del computer: un click “in-game” sarebbe così sufficiente per passare da una sensibilità all’altra.
Con una bassa sensibilità (ad esempio 500 DPI) il cursore si sposterà in maniera molto lenta e gestibile con facilità, mentre con una più alta (2500 o più DPI) si verificherà il contrario. Si fa presente che mouse da gioco di una certa qualità possono supportare anche oltre 10000 DPI.
Rientra nelle capacità di un mouse anche il polling rate, che, misurato in Hertz, costituisce il numero di volte che il mouse stesso riporta la sua posizione al computer. Generalmente, un mouse da gioco possiede un alto polling rate, tuttavia alcuni modelli prevedono la possibilità di modificare questo valore, attraverso specifiche applicazioni che diversificano la sensibilità a seconda della tipologia di utilizzo.
Strettamente correlato al valore del polling rate è il tempo di risposta, cioè il tempo impiegato dalla periferica per rispondere all’input dell’utente.
Accelerazione
È la funzione che aumenta la velocità del cursore sullo schermo in base alla velocità con cui l’utente muove il mouse. Nei tradizionali mouse “da lavoro” l’accelerazione del cursore è sempre attiva: se, ad esempio, si sposta lentamente il mouse di 5 cm, il cursore sullo schermo si sposterà più o meno di un numero di pixel corrispondente al movimento compiuto; se, invece, il mouse si sposta con velocità sempre di 5 cm, il cursore si sposterà di una distanza superiore rispetto a quella “ricoperta”.
Nelle sessioni di gioco, di assoluto rilievo è il controllo, ragion per cui la maggior parte dei gamers privilegia mouse privi di accelerazione, o, quanto meno, che prevedano la possibilità di disattivarla attraverso un click.
Tipo di sensore
I mouse di ultima generazione prevedono un sensore ottico o laser, le cui differenze si sostanziano nelle diverse prestazioni e nel diverso metodo adoperato per illuminare la superficie sotto il sensore stesso. Vediamo in dettaglio dette differenze.
Mouse da gioco con sensore ottico
Generalmente molto preciso e dalle alte velocità, il sensore ottico ha una performance migliore sulle superfici opache, non funzionando in certi casi su quelle lisce o sul vetro. Il sensore laser, al contrario, “lavora” molto bene anche su superfici lucide, riflettenti e trasparenti, e legge di solito più DPI rispetto a quello ottico; spesso, però, presenta problemi di accelerazione.
Per quanto concerne la modalità di illuminazione della superficie al di sotto del sensore, detta modalità prevede gli infrarossi o luce LED nel caso del mouse ottico, il VCSEL (vertical-cavity surface-emitting laser), invece, nel caso del mouse laser.
Quale preferire tra le due tipologie? È cioè “migliore” un sensore ottico o laser? In realtà, non si tratta di suggerire una tecnologia al posto di un’altra, perché ciò che conta è la sensibilità raggiunta da un mouse piuttosto che la modalità con cui viene raggiunta; i modelli attuali, inoltre, prevedono spesso la possibilità di regolare la periferica a seconda della superficie di appoggio adoperata, per cui i vantaggi di una tecnologia su un’altra, qualora effettivamente presenti, si riducono.
Detto questo, se la superficie su cui si deve utilizzare il mouse è di vetro, e non ci si vuol servire di un mouse pad, la scelta obbligata è verso un mouse laser; in tutti gli altri casi, una grande fetta di giocatori propende per quello ottico, ritenuto più affidabile e preciso.
Il secondo parametro: comfort
Il secondo, importante, parametro di riferimento al momento della scelta, concerne il comfort del mouse da gioco, tenuto conto che i gamers più costanti e “incalliti” dedicano diverse ore al gioco, ragion per cui si impone come necessario un mouse che non stanchi la mano e il polso.
Ovviamente, non è possibile indicare quale sia, in termini assoluti, il mouse da gioco maggiormente confortevole, essendo la questione prettamente personale e variabile da individuo a individuo: diverse sono infatti le mani così come le dita, e diverse sono le abitudini. È tuttavia possibile individuare quelle che sono le caratteristiche che un buon prodotto dovrebbe possedere per assicurare il comfort ottimale. Le esaminiamo, singolarmente, qui di seguito.
Design
Quello del mouse da gioco dovrebbe essere un design ergonomico, anche se, essendo la comodità un fattore soggettivo – come or ora messo in evidenza – non è escluso che si possa preferire un mouse dal design più tradizionale rispetto ad uno dal design più ergonomico. Si sottolinea, comunque, l’esistenza sul mercato di svariati modelli, alcuni simmetrici e ambidestri, altri invece asimmetrici e “sagomati” per rendere maggiore il comfort della mano che vi riposa sopra.
All’interno del fattore design rientra l’impugnatura, variabile da giocatore a giocatore e dipendente dalle abitudini consolidatesi, nel corso della propria “carriera”, per ciascuno di essi.
3 sono le impugnature di riferimento: la palm grip (a palmo), la claw grip (presa ad artiglio), e la fingertip grip (punta delle dita).
- Palm Grip. Rappresenta la presa standard: adoperata dalla maggior parte dei giocatori, prevede il palmo del tutto disteso sulla periferica, e le dita poggiate sui due tasti principali del mouse, che in questo caso è più largo e dal guscio più ampio.
- Claw Grip. Anch’essa parecchio utilizzata, prevede il palmo poggiato solo sulla punta del mouse (dalle dimensioni spesso compatte), e le dita ed il pollice angolati quasi ad artiglio sui tasti e sul lato del guscio.
- Fingertip Grip (o Tip Grip). Usata da taluni giocatori, consiste nel posizionamento delle punte di indice, medio ed anulare sui tasti del mouse (compreso quello centrale), mentre il palmo rimane sollevato senza toccare la periferica.
Mouse da gioco Palm grip
Materiali
Deve essere capace di far fronte ad un utilizzo intensivo, senza che si usuri o si deteriori prematuramente, ragion per cui il materiale del mouse di gioco ha un rilievo di primo piano. È rappresentato essenzialmente dalla plastica, ma robusta e resistente nei tasti, anche se alcuni modelli possono presentare una scocca in alluminio aeronautico, leggero e molto più solido della plastica.
Sul mercato si distinguono la plastica liscia, strutturata, gommata e lucida, tipologie, queste, non adatte a tutti i giocatori indifferentemente, perché non “gradite” allo stesso modo: chi è intollerante ai rumori, ad esempio, non sceglierà una plastica che scricchioli durante l’uso.
Quale sia il miglior rivestimento, poi, dipende da diversi fattori, come la temperatura dell’ambiente, la sudorazione,o il grado di oleosità della pelle, ma anche il tipo di presa ed i gusti personali hanno il loro “perché”. In linea di massima, una superficie lucida si suggerisce solitamente per mani secche, laddove una gommata è da preferire in presenza di mani che sudano con facilità.
Peso
Come i materiali, anche il peso – oscillante tra 80 e 120g – è soggetto, nella scelta, alle personali, individuali, preferenze, lasciandosi “influenzare” anche dallo stile di gioco. Alcuni modelli possono prevedere la possibilità di aggiungere o togliere piccoli pesi, abitualmente posti sotto la base, per consentire ai gamers di provare le combinazioni di peso e assetto preferite, rendendo massimo il comfort durante le sessioni di gioco.
Tasti
Un mouse da gioco, perché sia valido, deve essere fornito di un numero di tasti tale da consentire al giocatore di turno di effettuare le azioni più importanti senza la necessità di togliere la mano o digitare sulla tastiera. Se un mouse tradizionale presenta solo i due tasti principali – destro e sinistro – e la rotella come tasto centrale, quello da gioco può “contenere” anche più di 10 tasti, a cui è possibile attribuire una funzione, in base al gioco ed al profilo che si sta utilizzando (tematica, quella del profilo, che affronteremo a breve).
Il mercato mette a disposizione anche mouse personalizzabili, adattabili a qualunque tipologia di presa o di videogioco, con la modifica, ad esempio, della sensazione tattile dei tasti, o della forma della scocca (tramite un sistema di ingranaggi e molle).
Oltre al numero di tasti, ovviamente, ciò che conta è la solidità degli stessi – per poter resistere ad un costante uso – ma anche una sufficiente morbidezza, per non stancare troppo i tendini della mano.
Piedini
Talvolta trascurati, i piedini hanno un peso non da poco, poiché determinano la maggiore o minore fluidità del mouse sulla superficie di appoggio. Oltre che in plastica, possono essere in teflon – nei modelli più ricercati – materiale che provoca la minor frizione con il tappetino oltre ad essere abbastanza duraturo.
Non solo il materiale adoperato, ma anche la forma, la dimensione e lo spessore “intervengono” per far sì che il mouse da gioco scivoli meglio. In merito alla prima, qualunque forma dagli angoli accentuati piuttosto che arrotondati tende a causare un maggiore attrito. La dimensione, invece, vede piedini larghi favorire una migliore distribuzione del peso e migliorare lo scivolamento, anche se piedini eccessivamente larghi sortiscono l’effetto contrario, aumentando la frizione con il tappetino e rendendo poco regolare il movimento. Lo spessore dei piedini, infine, incide sul rendimento perché crea uno spazio tra il fondo del mouse ed il tappetino.
Il terzo criterio: funzioni
Tra i parametri di riferimento da considerare in sede di acquisto rientrano senza dubbio anche quelle che sono le funzioni caratteristiche di un mouse da gioco, funzioni rappresentate dal cambio sensibilità, dalle macro, dai profili, e dal riconoscimento della superficie.
- Cambio sensibilità. Come già anticipato, è importante poter cambiare la sensibilità del sensore “in corsa”, per meglio adeguarla alla tipologia di gioco ed alla specifica sequenza. I modelli top di gamma sono forniti di un apposito tasto, piccolo e situato dietro la rotella di scorrimento, tramite cui è possibile passare con estrema semplicità da una sensibilità maggiore ad una minore.
- Macro. I giocatori più esperti sono soliti adoperare le cosiddette “macro”, ossia combinazioni di tasti per compiere una determinata azione, memorizzate e collegate generalmente ad un singolo tasto della tastiera. Si rivela utile allora, per detti giocatori, poter collegare delle macro pure ai tasti del mouse da gioco, così da rendere meno necessario il “fare capo” alla tastiera.
- Profili. Se si giocano più giochi, può essere utili creare vari “profili”, salvando le impostazioni del mouse diverse per ognuno dei giochi in diversi profili. Si può usufruire di questa funzione anche se il gioco è solamente uno, salvando un set di impostazioni speciali per il gioco, ed uno diverso per il tradizionale utilizzo del computer.
- Riconoscimento della superficie. È una funzione che riconosce la superficie su cui è adoperato il mouse da gioco: il sensore si regolerà autonomamente su quella che è la migliore sensibilità per la tipologia di superficie individuata.
Il quarto parametro: collegamento
Per quanto concerne, infine, le modalità di collegamento del mouse al computer, la maggior parte dei gamers riconosce la connessione via cavo come di gran lunga migliore rispetto a quella wireless. Ciò per due motivazioni. Innanzitutto il mouse con cavo non si scarica durante l’utilizzo, cosa estremamente seccante a verificarsi nel bel mezzo di una sessione di gioco. E poi non presenta quel leggero ritardo di risposta (ci si riferisce all’input lag, il tempo cioè che passa da quando il mouse manda il segnale a quando il computer lo riceve), riscontrabile invece nel mouse wireless.
Ovviamente è possibile giocare anche con un mouse senza filo, anche in considerazione dell’avvenuta riduzione di questa “gap” con il passare degli anni, ma nulla può contro l’autonomia della batteria, “a termine” nei mouse appartenenti a questa tipologia. Considerazione, questa, che lascia propendere indubbiamente verso un mouse da gioco cablato.
Ai fini di una maggiore chiarezza, riassumiamo i criteri-base appena esaminati nella tabella riportata qui di seguito:
Mouse da gioco: criteri-base per la scelta
Parametri di riferimento | Specifiche dei singoli parametri |
---|---|
Precisione e sensibilità | – DPI sensore: velocità del cursore sullo schermo e accuratezza di selezione di oggetti sul monitor. – Impostazioni di sensibilità: capacità del sensore integrato del mouse di riconoscere il movimento. – Accelerazione: funzione che aumenta la velocità del cursore sullo schermo a seconda della velocità con cui l’utente muove il mouse. – Tipologia di sensore: sensore laser e sensore ottico. |
Comfort | – Design: design ergonomico. – Impugnatura: 3 tipologie (palm grip, claw grip, fingertip grip). – Materiali: plastica robusta e resistente, alluminio aeronautico. – Peso: tra 8 e 120 g. Possibilità di aggiungere o levare piccoli pesi, solitamente collocati sotto la base. – Tasti: solidi ma al contempo sufficientemente morbidi, possono essere anche più di 10. – Piedini: determinano la maggiore o minore scorrevolezza del mouse sulla superficie di appoggio. |
Funzioni | – Cambio sensibilità: possibilità di cambiare la sensibilità del sensore “in corsa”, per un migliore adeguamento al tipo di gioco ed alla particolare frequenza. – Macro: combinazioni di tasti necessarie per eseguire una determinata azione. – Profili: utili se si giocano più giochi. – Riconoscimento della superficie: il sensore si adegua autonomamente alla migliore sensibilità per il tipo di superficie individuata. |
Collegamento | Connessione per lo più via cavo, modalità ritenuta migliore rispetto a quella wireless dalla maggior parte dei giocatori. |
Altri fattori da considerare
Quelli appena trattati sono i criteri-base irrinunciabili ed indispensabili al momento della scelta. Ma materiali, marca e prezzo hanno la stessa importanza? Ed in che misura?
Come già evidenziato, i materiali hanno il loro giusto “peso”, in considerazione del fatto che il mouse da gioco è uno strumento adoperato con assiduità: devono pertanto essere robusti e duraturi. Aggiungiamo in questa sede la presenza eventuale, in alcuni modelli, di inserti morbidi in gomma sul corpo del mouse, di grande utilità per una migliore presa durante le sessioni di gioco.
Per quanto concerne la marca, essa rappresenta in questo caso un fattore tutt’altro che irrilevante, in riferimento a quelli che sono i materiali di realizzazione e di assemblaggio. Ci occupiamo più dettagliatamente di questo punto al termine della trattazione.
E giungiamo al prezzo. “Indicatore” di una maggiore o minore qualità del prodotto in oggetto, esso è generalmente compreso, per un buon prodotto, tra i 40 e i 100 Euro, cifre che assicurano la sensibilità del sensore e la possibilità di cambiarla, nonché la solidità dei materiali costruttivi. Si consiglia pertanto di diffidare di articoli di basso prezzo, da 25 Euro o meno, che promettono caratteristiche poi di fatto assenti, propendendo invece per un mouse di fascia media.
Pulizia e manutenzione
Analoga a quella prevista per il tradizionale mouse da ufficio, la pulizia del mouse da gioco richiede pochi minuti, e si impone come necessaria per evitare accumuli di sporco e batteri, nonché un possibile peggioramento delle prestazioni.
Servendosi di un cotton fioc asciutto o appena bagnato di alcool (o di uno stuzzicadenti o ancora di uno spillo, nel caso di sporco ostinato), strofinare delicatamente la parte attorno alla rotellina centrale; quindi passare alla lente ottica – zona del mouse alquanto delicata – strofinandola con un cotton fioc asciutto, e poi alle fessure sotto i tasti ed ai piedini di appoggio, da pulire con lo stuzzicadenti o lo spillo. Per una pulizia davvero completa ed accurata, detergere poi la superficie esterna del mouse utilizzando un panno morbido in microfibra imbevuto di un detergente antibatterico.
Nel caso di un mouse wireless, dopo aver rimosso le batterie, ci si può limitare a strofinare il retro e la zona dove si appoggia la mano.
Le marche specializzate
Come poc’anzi anticipato, la marca “fa la differenza” in presenza di un mouse da gioco, non tanto per quanto concerne le funzioni che lo caratterizzano, ma piuttosto per la qualità dei materiali di realizzazione e di assemblaggio (in riferimento, in particolare, ai sensori).
Il consiglio è quello di affidarsi a brand conosciuti, quali Logitech, Razer, Corsair, o ancora VicTsing, Sharkoon e SteelSeries, evitando quelli meno noti – a basso costo – che sembrano assicurare le medesime prestazioni ma all’interno di una scocca destinata a durare di meno. Meglio spendere un po’ più di più, quindi: sul lungo termine conviene.
Conclusioni
Quello di un mouse da gioco non è un acquisto semplice, da “demandare” al caso o all’istinto del momento. Diversi sono infatti i fattori da valutare, e tra questi – come abbiamo sottolineato in questa trattazione – la precisione e la sensibilità sono irrinunciabili per un giocatore di videogame. Anche il design ed i materiali di costruzione hanno un’importanza fondamentale, così come la marca ed il prezzo, elementi, questi ultimi, che vanno “a braccetto”: meglio non lesinare sull’acquisto, lasciandosi “irretire” da una cifra accattivante, ma considerare il costo più elevato come garanzia di qualità e di affidabilità del prodotto, del quale, sicuramente, non si resterà insoddisfatti.