In passato soltanto uno strumento per lavorare, oggi anche un valido alleato per chi ama dedicarsi a concitate e spettacolari gare di videogiochi al computer. Il mouse da gioco consente agli appassionati di trascorrere ore intere davanti allo schermo, divenendo così protagonisti di sessioni di giochi virtuali. Scegliere il migliore mouse da gioco non è di certo semplice, soprattutto quando si punta a modelli di alto livello. Chi ama la perfezione ed è un professionista, deve tener conto di una serie di fattori e caratteristiche perché possa aggiudicarsi la periferica che fa più per sé. In questo articolo vi daremo alcune informazioni perché possiate fare la scelta più giusta in fase di acquisto. Restate sintonizzati!
Come scegliere
Un mouse da gioco professionale deve poter assicurare agli utenti un’ottima prestazione. Solo con un prodotto di qualità si potranno effettuare intense sessioni di gioco. Uno dei primi aspetti da prendere in considerazione è quello relativo al peso.
Un mouse da gioco troppo pesante non è consigliato perché troppe ore davanti allo schermo faranno sentire la vostra mano sempre più affaticata. Un mouse leggero garantisce, invece, lunghe sessioni di gioco ma anche alta velocità.
Le caratteristiche da prendere in considerazione sono, dunque, l’ergonomia e il comfort. Un mouse da gioco professionale non deve causare affaticamento e stress alle nostre dita, né naturalmente al polso. Ci sono mouse da gioco da usare a palmo disteso e altri ad artiglio. Anche l’impugnatura, dunque, è uno dei fattori più importanti da osservare al momento della nostra scelta. In seguito i dettagli.
Non solo: sotto i riflettori ci sono anche la possibilità di personalizzare il mouse con pulsanti programmabili, la risoluzione, la presenza dei sensori (accelerazione, polling rate, jitter, lift-off distance, tempo di risposta) e la scelta tra cavo o wireless.
L’impugnatura
I mouse da gioco cambiano anche a seconda dell’impugnatura. La scelta naturalmente va fatta in base alle preferenze del giocatore e soprattutto alle abitudini prese durante la propria carriera ai videogiochi. Le principali impugnature sono tre:
- impugnatura a palmo, detta anche palm grip: il palmo della mano è del tutto disteso sul mouse.
- presa ad artiglio, detta anche claw grip: la mano è inarcata sulla periferica mentre le dita toccano i pulsanti principali del mouse.
- punte delle dita, detta anche fingertip grip: il palmo della mano non viene appoggiato sul mouse. La periferica viene spostata soltanto grazie alla forza impressa con le punte della dita. In questo caso la mano è posizionata in modo più arretrato rispetto ai precedenti casi.
Come personalizzare i mouse da gioco professionali
La personalizzazione è un altro fattore che va preso in considerazione al momento della nostra scelta. I mouse da gioco professionali, presenti sul mercato, sono davvero tanti ma non tutti consentono di poter modificare a proprio piacimento le varie caratteristiche della periferica da noi preferita per giocare. Ecco allora che bisogna optare per un prodotto che consenta di poter configurare delle funzioni, associandole ai pulsanti presenti sul mouse. Scopriamo insieme come.
Una delle opzioni predilette dai gamer professionisti è quella di poter configurare delle macro: si tratta di pressioni che si susseguono con tempi ben precisi l’una dall’altra. C’è anche chi arriva completamente a rivoluzionare la propria periferica da gioco. In che modo? Il mouse viene smontato e vengono cambiati gli switch. A variare saranno anche il peso e l’ergonomia.
Gli switch meritano un discorso a parte. Un po’ come per le tastiere meccaniche, anche gli switch possono, infatti, variare tra loro: ci sono alcuni che risultano più resistenti al tatto, altri che sono più semplici da premere e non presentano alcun tipo di resistenza.
La scelta relativa agli switch è soggettiva: ci sono mouse sensibili che possono causare anche pressioni non volute, altri invece troppo resistenti che non sempre assicurano performance ottimali. Insomma anche in questo caso è una questione di gusto!
Alcuni mouse da gioco professionali possono essere trasformati sul fronte ergonomico. In che modo? La risposta è semplice: basterà semplicemente cambiare la periferica da claw grip a palm grip o viceversa. Inoltre chi non ama i tasti laterali non deve affatto tormentarsi: è possibile coprirli in modo tale che non vengano a verificarsi pressioni accidentali.
La risoluzione
Certo, la risoluzione di un mouse da gioco professionale è uno dei fattori principali da prendere in considerazione al momento della nostra scelta. La risoluzione viene espressa in punti per pollice (Dpi è l’unità di misura ndr) e serve ad indicare la quantità di pixel con cui la nostra periferica si sposta sullo schermo del computer, rapportata alla misura espressa in pollici del movimento sulla superficie di appoggio.
Per essere più chiari, passiamo subito a farvi un esempio: immaginiamo un mouse dalla risoluzione di 800 Dpi. Tale valore vuol significare che il mouse si muove di 800 pixel per ogni pollice sulla sua superficie di appoggio.
Solitamente c’è chi dà molta importanza al numero di Dpi, soprattutto se la scelta deve ricadere su una periferica professionale. Occhio, però, a non sbagliare. I sensori troppo sensibili non sono obbligatoriamente precisi. Può capitare, infatti, che in alcune circostanze si preferisca giocare con un’impostazione inferiore in termini di Dpi. Ciò naturalmente in base anche al display che avete a disposizione: un mouse con Dpi importanti necessita di un display con risoluzione davvero alta.
Altro aspetto da non trascurare quando si è giocatori professionisti è quello della distanza che viene percorsa dal mouse per fare un giro completo di visuale a schermo. Tale valore viene calcolato con l’unità di misura cm/360.
Il sensore ideale
I mouse da gioco professionali possono avere sia un sensore ottico che laser. Nel primo caso parliamo di periferiche molto precise e soprattutto veloci. Il punto debole? I mouse ottici, talvolta, non funzionano alla grande sulle superfici in vetro o molto lisce. Fate attenzione, dunque, alla vostra superficie d’appoggio prima di effettuare la vostra scelta. Discorso diverso, invece, per i mouse laser: si possono usare senza alcun tipo di difficoltà su superfici lisce e in vetro.
Al momento dell’acquisto c’è un altro dato da considerare che è quello degli Ips (Inch per secondo): si tratta del valore che indica la velocità massima con cui si può spostare il mouse sulla superficie d’appoggio prima che il sensore vada a ridurre la sua precisione.
Sia i mouse ottici che laser emanano una luce per rimarcare il movimento. Tale fascio di luce si riflette sulla superficie d’appoggio per poi far ritorno al sensore.
A seconda del tempo che il giocatore impiega per spostare il mouse, il cursore può muoversi in maniera diversa: ecco che stiamo introducendo quello che in termini tecnici si chiama accelerazione. Molti giocatori professionisti optano per mouse con sensori senza accelerazione. Si tratta di una scelta fatta per avere la sicurezza che le rispettive interazioni vengano riprodotte in modo fedele.
Altro aspetto da notare quando si decide di acquistare un mouse da gioco professionale è il tempo di risposta, ossia il tempo che serve alla periferica per recepire il comando del giocatore. Il tempo di risposta è un dato che si collega al polling rate, che altro non è che la frequenza con cui il mouse indica la sua posizione al sistema operativo. Il tempo di risposta è un dato che si collega al polling rate, che altro non è che la frequenza con cui il mouse indica la sua posizione al sistema operativo. Nei mouse di qualità elevata, che risultano anche più reattivi, questa “comunicazione” avviene molto spesso.
Un mouse da gioco professionale viene scelto anche in base alla lift-off distance, ossia la distanza massima con cui il movimento del mouse viene ancora rilevato.
In questo caso la scelta va fatta in base al tipo di giocatore. Ci sono i low senser che preferiscono spostare molto il mouse tanto da alzarlo e poi sistemarlo in una posizione diversa da quella iniziale. In questi casi, naturalmente, i valori di lift-off distance devono essere bassi. Non viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda gli high senser che invece non fanno grandi movimenti con la mano perché sono portati a fare spostamenti più importanti con il cursore.
Con o senza fili?
Mouse con fili o wireless? Anche in questo caso la risposta cambia a seconda delle preferenze dell’utente. Chi gioca senza fili è sicuramente libero di muovere la periferica sulla superficie senza alcun tipo di problema ma non bisogna trascurare la questione della batteria che potrà esaurirsi. Non è affatto piacevole ritrovarsi con il mouse da gioco scarico durante una sessione di gioco. Ecco allora che ci sono modelli che rappresentano la via di mezzo: possono essere collegato sia via cavo che wireless.
Se optiamo per un mouse da gioco wireless dobbiamo prendere in considerazione anche il raggio d’azione: è fondamentale che sia elevato perché la periferica possa funzionare anche ad una certa distanza.