Progettato appositamente per gli appassionati di videogiochi, il mouse da gioco si differenzia da quello tradizionale, quello cioè “da lavoro”, sia per quanto concerne le funzionalità che la tecnologia adoperata. Dal design ergonomico particolarmente accattivante, offre prestazioni eccellenti in termini di precisione e sensibilità; consente di memorizzare varie configurazioni ed in alcuni modelli prevede anche un sistema di pesi regolabili per modificare la massa. Caratterizzato generalmente da un gran numero di pulsanti, il mouse da gioco ha inoltre un costo più elevato di quello classico.
I giochi di strategia – in particolare gli sparatutto – le avventure grafiche, i giochi di ruolo (Role Player Game o MMORPG – Massive Multiplayer Online Role). Non servirà, tuttavia, lo stesso tipo di mouse indifferentemente per tutti i predetti giochi: per un gioco FPS (First Personal Shooter), ad esempio, sarà necessario disporre di un prodotto di estrema precisione, poiché bisognerà mirare e sparare, e di una velocità di risposta pressoché immediata; per un MMORPG, invece, occorrerà un mouse con un gran numero di pulsanti programmabili, ed anche se in questa tipologia di giochi la precisione non è al primo posto, avere un prodotto preciso è un quid plus.
Premessa l’esistenza di specifici parametri di riferimento – da considerare attentamente perché il proprio sia un acquisto giusto e consapevole – alcune considerazioni “iniziali” sono estremamente utili per muoversi con più “disinvoltura” tra le tante offerte sul mercato.
Tra queste, è importante badare al peso del mouse da gioco, in quanto un modello eccessivamente pesante potrebbe stancare la mano, e dunque optare per un modello ergonomico che offra il giusto comfort (anche se, essendo la comodità un fattore soggettivo, variabile da individuo a individuo, taluni giocatori preferiscono un modello dal design più tradizionale). Ma hanno un ruolo determinante anche la sensibilità DPI e la velocità di accelerazione, o il numero di pulsanti programmabili.
Precisione e sensibilità, comfort, funzioni e connessione rappresentano gli imprescindibili criteri-base a cui fare riferimento al momento della scelta del proprio mouse da gioco.
Chi è alla ricerca di un mouse da gioco, ha ben chiare alcune “necessità”, tra cui il controllo del puntatore, in particolare la precisione di risposta ai comandi, e nel caso di giocatori più esperti, le diverse possibilità offerte per cambiare la sensibilità durante il gioco. A seconda dello specifico gioco, può essere più importante controllare i movimenti del puntatore – e quindi privilegiare la precisione – oppure dare maggiore “voce” alla velocità di spostamento.
Il parametro della sensibilità richiede ben 4 fattori da considerare: i DPI (dots per inch) del sensore, le impostazioni di sensibilità del sensore, l’accelerazione del cursore, ed il tipo di sensore.
Fattore assai importante nella scelta di un mouse da gioco, i DPI (dots per inch, o punti per pollice, dove 1 pollice= 2.54cm) costituiscono la misura relativa alla velocità del cursore sullo schermo e all’accuratezza con cui permette di scegliere oggetti sul monitor: la misura, cioè, di quanti punti (“dots”) si muoverà il cursore del mouse sullo schermo, quando il mouse viene mosso di un pollice (“inch”).
Possiamo anche dire che i DPI sono la risoluzione del mouse, ossia una misura della capacità di rilevamento del sensore di immagine. Ci riferiamo, in altri termini, al livello di sensibilità minima/massima raggiungibile dal sensore: più alto sarà il numero di DPI, maggiore sarà la sensibilità del mouse, il movimento cioè del cursore a parità di movimento della mano.
Molti modelli di qualità possiedono elevati valori in termini di DPI (alcuni, anche oltre 10000), configurabili a seconda del tipo di uso del mouse, e ciò in considerazione del fatto che un mouse “da lavoro” non richiede un’estrema precisione, richiesta e necessaria, al contrario, in quello da gioco.
Unità di misura equivalente, dal punto di vista logico, ai DPI, i CPI (“counts per inch“, conteggi per pollice), sono talora adoperati da alcuni produttori di mouse.
La sensibilità è la capacità del sensore integrato del mouse di identificare il movimento. Un buon mouse da gioco dovrebbe sempre prevedere la possibilità di cambiare la sensibilità del sensore, così da poter adeguare il mouse a qualunque tipologia di gioco. E tale “modifica” dovrebbe avvenire “al volo”, dovrebbe cioè sempre essere possibile “unire” il cambio delle impostazioni ad un click del mouse, passando in tal modo da una sensibilità ad un’altra.
Generalmente i mouse da gioco prevedono tasti per la configurazione della velocità, molto utili nel corso dell’utilizzo di applicazioni o videogiochi.
L’accelerazione è la funzione che aumenta la velocità del cursore sullo schermo a seconda della velocità adoperata dall’utente per muovere il mouse. I classici mouse “da ufficio” sono di solito accelerati, poiché con uno stesso spostamento sul tappetino eseguito a velocità differenti, ricoprono “parti” di pixel diverse: spostando ad esempio il mouse di 5 centimetri lentamente, si ricoprirà una distanza sul monitor inferiore a quella che si raggiungerebbe spostando il mouse sempre della stessa distanza ma con una velocità diversa.
In tema di velocità del cursore, tutti i gamers concordano nel ritenere che un buon mouse da gioco dovrebbe essere non accelerato, o, almeno, dovrebbe prevedere la possibilità di disattivazione dell’accelerazione tramite un click: ciò alla luce del fatto che di fondamentale importanza nelle sessioni di gioco è il controllo.
Misurato in Hertz, costituisce il numero di volte che il mouse “riferisce” la sua posizione al computer: tanto più alto è questo valore, minore sarà il lag, e maggiore sarà la reattività della risposta. Strettamente collegato al valore del polling rate è infatti il tempo di risposta, ossia il tempo entro cui la periferica risponde all’input dell’utente.
Solitamente un mouse da gioco ha un elevato polling rate: alcuni modelli, tuttavia, consentono di modificarlo tramite apposite applicazioni che mutano la sensibilità a seconda del tipo di uso.
Le differenze tra le due tipologie si sostanziano nelle diverse prestazioni offerte e nel diverso metodo utilizzato per illuminare la superficie sotto il sensore.
Quanto alle prime, il sensore ottico manifesta le migliori prestazioni sulle superfici opache, non funzionando particolarmente bene su superfici in metacrilato o vetro, e adopera tecnologie di interpolazione per raggiungere DPI più alti, che possono creare problemi per quanto concerne la precisione del posizionamento del cursore. Il sensore laser, invece, è “adatto” anche per superfici lucide, riflettenti e trasparenti, e legge di solito un maggior numero di DPI rispetto a quello ottico; spesse volte, però, mostra problemi di accelerazione.
In merito alla modalità di illuminazione della superficie al di sotto del sensore, detta modalità utilizza gli infrarossi o luce LED nel caso del mouse ottico, il VCSEL (vertical-cavity surface-emitting laser), invece, in presenza di un mouse laser.
Non esiste una risposta “univoca” a questa domanda, in quanto ciò che è importante è la sensibilità raggiunta da un mouse e non il modo con cui essa è raggiunta. I modelli odierni, inoltre, assai spesso contemplano la possibilità di calibrare la periferica a seconda della superficie di appoggio, ragion per cui i vantaggi di una tecnologia sull’altra, se esistenti, tendono a diminuire.
Va però tenuta presente, nella scelta tra il mouse ottico o laser, la superficie su cui si desidera usare il mouse stesso, perché se essa è di vetro e non si intende far ricorso ad un mouse pad, bisognerà necessariamente propendere verso un mouse laser. In tutti gli altri casi, un cospicuo numero di gamers preferisce quello ottico, considerato più preciso e “attendibile”.
È un parametro di riferimento molto importante, alla luce del fatto che i giocatori più costanti possono dedicare al gioco anche più ore consecutive: il mouse adoperato deve quindi essere confortevole e non affaticare la mano e il polso. Ma anche leggero per essere facilmente manovrato, e, sul punto, va sottolineata la possibilità, prevista da alcuni modelli, di aggiungere o togliere “pesi” aggiuntivi, per cambiare il bilanciamento e la manovrabilità.
Non è possibile ovviamente individuare in termini assoluti quale sia il mouse da gioco più comodo, essendo le mani e le dita diverse da individuo ad individuo, ed il concetto di comfort in genere prettamente soggettivo.
Design, materiali, peso, tasti e piedini rappresentano le caratteristiche che un buon prodotto dovrebbe possedere.
Un buon mouse da gioco dovrebbe essere caratterizzato da un design ergonomico, ma essendo la comodità un fattore soggettivo, non è escluso che alcuni gamers possano privilegiare un design più tradizionale.
Il mercato mette a disposizione mouse progettati per destrorsi e per mancini, oppure utilizzabili da entrambi, e mouse dalle forme diverse, più larghi e più stretti, o più lunghi e più corti.
Nella scelta di un mouse da gioco è molto importante valutare la propria presa, e dunque il tipo di impugnatura da preferire, impugnatura “determinata” dalla posizione della mano durante l’utilizzo del mouse stesso. Si distinguono 3 tipi di impugnatura: la palm grip (a palmo), la claw grip (presa ad artiglio), e la fingertip grip (punta delle dita).
- Palm Grip. Presa standard, utilizzata dalla maggior parte dei giocatori, prevede le dita poggiate sui due tasti principali ed il palmo del tutto disteso sul telaio del mouse, generalmente più largo e dal guscio più ampio. Scelta dai gamers che preferiscono la bassa sensibilità, questa tipologia di impugnatura non richiede che la mano sia ferma e trae vantaggio da mouse un po’ più pesanti.
- Claw Grip. Anch’essa molto adoperata, vede il palmo della mano poggiato solo sulla punta del mouse (solitamente compatto), e le dita ed il pollice angolati quasi ad artiglio sui tasti e sul lato del guscio. Dallo stile cosiddetto a polso pesante, la claw grip necessita di mano ferma e di mouse più leggeri per un’accuratezza ottimale, ed offre prestazioni migliori per i giocatori che privilegiano un’impostazione ad alta sensibilità.
- Fingertip Grip (o Tip Grip). Usata da alcuni giocatori, consiste nel posizionare solo le punte di indice, medio ed anulare sui tasti del mouse (compreso quello centrale), mentre il palmo rimane sollevato senza toccare nessun punto del mouse stesso. Importante per gli spostamenti anche il pollice, posizionato su uno dei lati della periferica.
Certo, e non poco, poiché devono essere in grado di sostenere l’utilizzo intensivo, senza andare incontro prematuramente ad usura o a cattivi funzionamenti. La maggior parte dei mouse da gioco è in plastica, ma robusta e particolarmente resistente nei tasti. Si distinguono, al riguardo, diverse tipologie di plastica: liscia, strutturata, gommata e lucida, tipologie, queste, non adatte a tutti i gamers indifferentemente, perché non da tutti “apprezzate” in maniera analoga. Anche la texture della plastica è importante, così come la presenza o meno di inserti antiscivolo, morbidi ed antisudore.
Oltre alla plastica, poi, si evidenzia come materiale anche l’alluminio aeronautico, leggero e molto più resistente della prima, con cui è realizzata la scocca di alcuni modelli.
La risposta è strettamente dipendente da alcuni fattori, come la temperatura dell’ambiente, la sudorazione, o il livello di oleosità della pelle: in linea generale, chi ha mani che sudano con facilità propenderà per plastiche un po’ ruvide e specialmente con inserti morbidi, mentre chi le ha secche sceglierà una plastica lucida.
Tra gli 80 e i 120 g, quello del peso è un parametro modulabile, data la possibilità di aggiungere o levare piccoli pesi, solitamente posti sotto il mouse: possibilità, la predetta, che permette al gamer di provare combinazioni di peso ed assetto preferite per rendere massimo il comfort durante il gioco.
Un buon mouse da gioco deve possedere un numero di tasti tale da permettere al giocatore di compiere le azioni fondamentali senza dover togliere la mano o digitare sulla tastiera.
Al contrario di un mouse “da lavoro”, che presenta i due tasti principali (destro e sinistro) e la rotella come tasto centrale, il mouse in oggetto può avere un numero variabile di tasti. Ciò dipende dalla tipologia di gioco: in un gioco d’azione, ad esempio, saranno sufficienti tra i 4 ed i 7 tasti (anche se si rivelerebbe utile un tasto in più per registrare macro con determinate azioni), laddove invece per i MMO (Massive Multiplayer Online), o i MOBA (Multiplayer Online Battle Arena), è consigliabile un mouse con tanti tasti. Alcuni modelli ne possiedono anche più di 10, anche 15.
In commercio sono disponibili inoltre mouse personalizzabili, sicuramente più costosi, ma adattabili a qualunque tipo di presa o di videogioco, ad esempio attraverso la modifica della forma della scocca con un sistema di ingranaggi e molle.
Insieme al numero di tasti, ovviamente, ciò che va considerata è la solidità degli stessi – per poter far fronte ad un utilizzo assiduo – ma anche una sufficiente morbidezza, per non affaticare troppo i tendini della mano.
Certo. Anche se spesso trascurati, incidono sulla maggiore o minore scorrevolezza del mouse sulla superficie di appoggio. È però di assoluta importanza, al tempo stesso, mantenere ben pulita sia detta superficie, sia gli stessi piedini, impedendo così l’accumulo di polvere e sporco, alla lunga possibile causa di attrito.
Oltre che in plastica, i piedini – nei modelli più sofisticati – possono essere realizzati in teflon, materiale abbastanza duraturo che crea una minore frizione su qualsivoglia superficie.
Anche la forma, la dimensione e lo spessore concorrono ad una migliore scorrevolezza del mouse da gioco. Per quanto concerne la prima, ogni forma con angoli accentuati piuttosto che arrotondati è tendenzialmente causa di maggiore attrito. In merito alla dimensione, invece, piedini larghi migliorano la distribuzione del peso nonché lo scivolamento, anche se piedini troppo larghi hanno l’effetto opposto, aumentando la frizione con il tappetino e diminuendo la regolarità nel movimento. Lo spessore dei piedini, infine, influisce sul rendimento perché determina uno spazio tra il fondo del mouse ed il tappetino.
Diverse sono le funzioni che un mouse da gioco può offrire per arricchire l’esperienza di gioco stessa. Citiamo le principali.
- Cambio sensibilità. È di fondamentale importanza poter cambiare la sensibilità del sensore “in corsa”, per meglio adattarla al tipo di gioco ed alla particolare sequenza. I migliori modelli presentano uno specifico tasto, di piccole dimensioni e posto dietro la rotella di scorrimento, attraverso il quale si può passare con molta semplicità da una sensibilità maggiore ad una minore.
- Macro. Utilizzate dai gamers più pratici e competenti, sono combinazioni di tasti necessarie per eseguire una determinata azione, memorizzate e collegate solitamente ad un singolo tasto della tastiera. Di estrema utilità è la possibilità di collegare delle macro anche ai tasti del mouse da gioco, per evitare il dover ricorrere alla tastiera.
- Profili. Sono utili da creare se si giocano più giochi, salvando le impostazioni del mouse differenti per ciascun gioco adoperato in diversi profili. Ma i profili possono essere utili pure in presenza di un solo gioco: in questo caso si salva un set di impostazioni speciali per il gioco, ed uno differente per il classico uso del computer.
- Riconoscimento della superficie. È una funzione in grado di riconoscere la superficie su cui è utilizzato il mouse da gioco: il sensore si “setterà” in maniera autonoma sulla migliore sensibilità per il tipo di superficie individuata.
I gamers concordano nel ritenere la connessione via cavo di gran lunga migliore rispetto a quella wireless. Ciò per due motivazioni:
- il mouse con cavo non si scarica durante l’uso
- non presenta quel leggero ritardo di risposta (il cosiddetto input lag), presente al contrario nel mouse wireless
Motivazioni, queste, che spiegano perché, “per definizione”, il mouse da gioco sia cablato, non wireless. Ovviamente, nulla impedisce di adoperare anche un mouse senza filo – possibilità, magari, che può considerare un giocatore meno esperto – ma una problematica insormontabile è rappresentata dall’autonomia della batteria, soggetta inevitabilmente ad esaurirsi. Ed è quanto mai irritante doversi fermare in una sessione di gioco a causa di una batteria scarica!
Certo, hanno il proprio “ruolo”: vediamo perché. In un mouse da gioco è di fondamentale importanza considerare i materiali che lo compongono, alla luce del fatto che detto mouse verrà adoperato con costanza. Si richiedono quindi una scocca robusta e tasti “longevi”, che “resistano” ai tantissimi utilizzi: la scocca, in particolare, può essere in plastica, oppure talvolta in alluminio aeronautico, mentre la texture può essere più o meno ruvida. Presenti eventualmente sul corpo del mouse, gli inserti morbidi in gomma sono poi utili ai fini di una presa salda durante il gioco.
Fattore decisivo quando si parla di mouse di questa categoria, la marca “fa la differenza”, non tanto in riferimento alle funzioni, quanto piuttosto alla qualità dei materiali di fabbricazione e di assemblaggio. Ciò spiega il motivo per il quale si suggerisce vivamente di indirizzare il proprio acquisto verso brand noti ed affidabili, come Logitech, Razer, Corsair, VicTsing, Sharkoon e SteelSeries. Diffidare, dunque, da marche sconosciute, e spendere un po’ di più, una scelta che alla lunga ripaga.
Indice di una maggiore o minore qualità del mouse da gioco, il prezzo è solitamente compreso tra i 40 e 100 Euro, cifre attestanti la sensibilità del sensore e la possibilità di cambiarla, oltre la robustezza dei materiali di costruzione. Il consiglio, in merito, è quello di non lasciarsi “tentare” da un costo eccessivamente conveniente, che molto probabilmente di conveniente ha ben poco: spesso, infatti, si tratta di prodotti che promettono caratteristiche di fatto poi non presenti.
Semplice e rapida, la pulizia del mouse da gioco non si differenzia da quella prevista per il tradizionale mouse, ed è indispensabile per impedire “stratificazioni” di sporco e batteri, oltre che un peggioramento delle prestazioni.
Come prima cosa strofinare con delicatezza la parte intorno alla rotellina centrale, utilizzando un cotton fioc asciutto o leggermente bagnato di alcool (in caso di sporco “resistente”, uno stuzzicadenti o uno spillo); pulire poi la lente ottica, sempre servendosi di un cotton fioc asciutto, e quindi le fessure sotto i tasti ed i piedini di appoggio, con l’aiuto dello stuzzicadenti o dello spillo. Per la massima accuratezza, terminare le operazioni di pulizia detergendo la superficie esterna del mouse con un panno morbido in microfibra intriso di detergente antibatterico. Se lo si desidera, è possibile anche alternare il predetto detergente con un disinfettante vero e proprio: l’importante è non adoperare detergenti eccessivamente aggressivi, che potrebbero corrodere o danneggiare la plastica del mouse.
In presenza di un mouse wireless, infine, dopo aver provveduto a rimuovere le batterie, può essere bastevole strofinare il retro e l’area ove si appoggia la mano.
Oltre che nei negozi specializzati, il mouse da gioco può essere acquistato online.